Viaggiare è stato sempre un sollievo enorme, ha annullato le pressioni dall’alto e dal basso (Bruce Chatwin).
Organizzato dalla Società Geografica Italiana, dal 29 settembre al 2 ottobre torna per la quarta edizione a Villa Celimontana e al Palazzo delle Esposizioni di Roma, il Festival della Letteratura di viaggio: letteratura, cinema, arte, televisione e varie. Sul sito il ricco carnet degli eventi. Ne riparleremo. Intanto ecco un bellissimo brano del poeta e amico Elio Pecora, dalla Grecia, nel bel libro di viaggi curato dagli studenti di Tor Vergata, Luisa Di Bagno, Valeria Moriconi, Alessandro Selva, Icaro, Edilet edizioni:
La salita all’Acropoli. Mai sentita una uguale commozione. Dico che tornerò qui ogni volta che tornerò in Grecia. La commozione iniziale non mi lascia, non m’hanno distratto le grida, le spinte, le pose per le foto dei troppi visitatori.
Resta uguale, nei giorni dopo, quello stupore, quella commozione. Non è ricordo, ma un momento incancellabile, una conquista della mente, un premio.
(Ho saputo lassù – e l’ho risaputo nelle isole, a Paros, a Creta, a Santorini – la bellezza del mondo, la qualità dell’uomo: essere della vita se si è compiuto tanto, restarvi per godere di tanto, della luce così trasparente, pacificante, dei luoghi e delle stagioni. Ho saputo là che è un dono essere nati, anche se altri, in un altro tempo, hanno fatto quel che ogni uomo e ogni donna vorrebbero fare per la propria contentezza, per il proprio bene. Ho benedetto la mia vita. Ho saputo che se qui è il meglio, il più caro, altrove da ora vedrò quel che è vivo e degno. Come uscire da una stanza buia, quella dell’inquietudine, della paura, della malattia, per essere altro, altri, per muoversi finalmente dopo un’orrenda stasi).
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